La domanda è più che legittima, perché molto spesso si tende a fare confusione e chiamare col solito nome due oggetti completamente diversi. Modem e router svolgono funzioni differenti: il modem acquisisce il segnale dalla rete e lo trasforma per il router Wi-Fi che lo irradia in tutta la casa.
Gli apparecchi che ci sono oggi nelle nostre case sono modem-router, ovvero svolgono entrambe le funzioni e, giustamente, a volte vengono chiamati in un modo, a volte in un altro. In realtà il nome corretto sarebbe modem-router Wi-Fi.
Il router Wi-Fi si accende premendo sull’apposito tasto e aspettando diversi secondi che tutte le luci smettano di lampeggiare. Quando la luce verde è fissa significa che è pronto per funzionare e a questo punto bisogna configurarlo mediante il computer.
Alcuni router sono predisposti per far partire la configurazione automatica una volta che sono connessi al computer. In questo caso è molto semplice, basta seguire il wizard per settare le impostazioni più importanti. Le impostazioni sono numerose, ma se non sei un esperto è meglio limitarsi a configurare quelle che propone la procedura guidata.
In altri casi configurare un router è un pochino più complicato perché bisogna recarsi nella home page.
L’indirizzo della home page, con la relativa password per entrare è stampato sul retro della scatola, oppure bisogna andare all’indirizzo generico 192.168.1.0 ed effettuare il login. Di solito le impostazioni principali sono già configurate nel migliore dei modi, ma si possono cambiare a proprio piacimento.
Solitamente le compagnie telefoniche che offrono una connessione a Internet hanno un numero telefonico dedicato per eventuali problemi di router. È meglio non avventurarsi in configurazioni strane se non si sa esattamente quello che si sta facendo.
Chiamarle porte è un gergo informatico, in realtà sono aperture software del computer tra il mondo esterno e la rete domestica o aziendale. Bisogna aprirle con molta cautela, per non permettere che intrusi possano entrare dentro il sistema.
D’altra parte a volte è indispensabile aprire le porte di comunicazione per poter collegare una stampante piuttosto che altri computer connessi alla rete. Se, ad esempio si utilizzano programmi P2P, le porte che servono sono automaticamente chiuse per motivi di sicurezza.
In questo caso bisogna manualmente aprirle nella sezione apposita delle configurazioni del router che generalmente si chiama Port Forwarding. Ovviamente è meglio aprire meno porte possibile per rimanere più protetti da attacchi esterni.
Quando un nuovo router è connesso, nel raggio di parecchi metri quadrati si vede il nome e un simbolo di rete con sopra un lucchetto. Mettendosi accanto al nostro router vedremo il segnale pieno, il che significa che l’apparecchio al quale bisogna fare il collegamento è proprio quello.
Cliccandoci sopra verrà chiesta una password che ovviamente dobbiamo sapere per scriverla e poter accedere alla rete.
Di solito la password è scritta sul retro del router, perché è una stringa di numeri e lettere piuttosto lunga e complicata. Qualcuno per sicurezza desidera cambiarla tramite le impostazioni di cui abbiamo parlato in un’altra domanda, tuttavia per essere certi di non dimenticarsela mai è bene scriverla da qualche parte o usufruire sempre della stessa scritta direttamente sull’apparecchio.
Una volta inserita la password, si dovrebbe riuscire a entrare nella rete Wi-Fi del router. Se così non fosse abbiamo sbagliato a scrivere la password che, tra l’altro, è bene memorizzare sul device per non doverla digitare ogni volta.
Sì, ma bisogna saperlo fare. A seconda di come vengono collegati, il segnale può aumentare oppure possono lavorare indipendentemente l’uno dall’altro. La cosa più interessante da fare con due router è usarne uno come apparecchio principale e l’altro, o gli altri, come amplificatori di segnale.
Certo, se oggi usiamo tutti modem con router in un solo apparecchio questo non significa che non possano lavorare separatamente. Si può usare il modem di un tipo e il router di un altro avendo così due apparati diversi dei quali ognuno svolge la propria funzione. Un router può operare anche solamente come propagatore di segnale wireless.
Per configurare un router Wi-Fi bisogna usare un computer. Collegare il router tramite cavo Ethernet e andare alla pagina principale, raggiungibile mediante l’indirizzo 192.168.0.1. Scrivendo questa stringa nella barra degli indirizzi dovrebbe comparire la pagina dei settaggi. In alternativa l’indirizzo della pagina e la password di amministratore sono scritti sulla scatola del router.
Come dice il nome stesso, sono apparecchi che ripetono, o meglio, estendono il segnale del router Wi-Fi. Sono usati dove la rete è debole, magari a causa di ostacoli nelle infrastrutture. Quando sono collegati in un punto strategico amplificano del doppio la portata della rete Wi-Fi.
Il punto cruciale dove mettere un extender è quando il segnale Wi-Fi in casa o nell’ufficio comincia a decadere. In questo modo raddoppierà esattamente da quella zona estendendosi per diversi metri quadrati.
Il sistema più semplice per abbinare router ed extender è la tecnologia WPS, ovvero premendo il pulsante WPS che quasi sempre è sul router e sul ripetitore. Basta premerli per qualche secondo con gli apparecchi vicini per creare il collegamento.
Un altro apparecchio utile per amplificare il segnale Wi-Fi del router sono gli adattatori powerline. Questi dispositivi utilizzano la corrente elettrica e possono essere dotati di supporto Wi-Fi come non esserlo. Si usano sempre in coppia oppure in più di due.
Uno di essi va inserito nella stessa stanza dove si trova il router collegato tramite un cavo Ethernet e l’altro va messo nella stanza dove si vuole avere il segnale, che può essere anche molto distante dal router stesso.
Il motivo è semplice, il segnale Internet viaggia attraverso i cavi della corrente elettrica, dunque partirà dal primo adattatore powerline collegato e terminerà al secondo, ovunque si trovi. Per estendere la copertura di rete si possono collegare anche altri adattatori.
Basta inserirli nella presa di corrente e premere il tasto di accensione senza fare l’abbinamento WPS come con quello principale. Il primo adattatore powerline va abbinato al router premendo i due tasti WPS, proprio come un ripetitore.
È possibile, con qualche piccolo accorgimento per non perdere i vantaggi del contratto con la compagnia telefonica. Il metodo più semplice è collegare il nuovo router in cascata, ossia dopo il modem-router della compagnia telefonica.
Conviene comprare un router puro, dal momento che le funzioni di modem si possono lasciar continuare a fare a quello dato in comodato d’uso dalla compagnia telefonica. Il modem dell’operatore verrà usato solamente come punto d’accesso alla rete e per tutto il resto ci si dovrà collegare a quello nuovo.
Per funzionare, bisogna inserire l’indirizzo IP del nuovo router nella DMZ del modem proprietario, in maniera da dargli pieno accesso alla rete.
Generalmente quando la compagnia telefonica offre agli utenti un nuovo apparecchio, l’addetto quando arriva a consegnarlo chiede indietro quello vecchio. Se, per un motivo per l’altro, c’è bisogno di buttare via un router perché non serve più ossia si è guastato, bisogna recarsi all’isola ecologica e non gettarlo tra i rifiuti comuni.
Si tratta di un rifiuto RAEE che va conferito negli appositi cassonetti per lo smaltimento. A volte alcuni negozi di elettronica hanno all’esterno un bidone apposito dove mettere i rifiuti elettrici ed elettronici.
Negli smartphone c’è sicuramente un modem per poter navigare in Internet, tuttavia possiamo far sì che il segnale venga propagato ad altri apparecchi nelle vicinanze attivando la funzione tethering e trasformando lo smartphone in Hot Spot.
In questo modo qualunque apparecchio senza la possibilità di connettersi a Internet potrà usufruire della rete creata dallo smartphone inserendo l’apposita password fornita dallo stesso. Per trovare la password di collegamento bisogna andare nelle impostazioni del telefono alla voce configura Hotspot Wi-Fi.
Solitamente non ci sono costi aggiuntivi trasformando il proprio telefono in un router, si paga solamente la connessione del telefono stesso e non quella di altri apparecchi collegati.
Alcune compagnie telefoniche potrebbero applicare dei sovrapprezzi e bisogna informarsi presso le stesse per avere notizie sicure. La funzione di tethering è disponibile sia tramite Wi-Fi, sia via Bluetooth che attraverso il cavo USB.
Il simbolo G a volte può apparire su uno smartphone e poche persone conoscono il suo vero significato. Questa è in realtà la rete 2.5G, sotto la rete EDGE. I simboli “G” corrispondono alla parola GPRS (General Packet Radio Service). Soprattutto, consente di inviare messaggi di testo ed effettuare chiamate.
Il simbolo E si riferisce alla rete mobile EDGE, cioè alla rete appena sotto 3G.
Si evoca anche come il 2.75G. Questa rete mobile non consente, o è molto difficile, la navigazione sul Web. 3G rappresenta la rete tra 2G e 4G. Permette di navigare in internet, ma resta poco piacevole per questo utilizzo vista la massima velocità di connessione.
3G + HSDPA è la versione superiore, quasi 8 volte più efficiente della rete 3G. Qual è il significato del simbolo H o H + sul cellulare? la H si riferisce a HSPA. La versione H corrisponde all’evoluzione del 3G +, più efficiente di quest’ultimo ma tutt’altro che uguale al 4G.
I simboli H + corrispondono a HSPA +, che offre prestazioni migliori del semplice HSPA e si avvicina al 4G. Il 4G è la rete ideale per navigare in Internet in modo piacevole e senza interruzioni, in attesa del 5G.
Quando parliamo di LTE, è il termine sinonimo di 4G, che significa Long Term Evolution. Quindi non c’è differenza tra 4G e LTE. Si tratta della rete 4G, senza margini di dubbio. 4G + e 4G ++ (4G + UHD) sono disponibili anche in 4G LTE Advanced. Si stanno gradualmente avvicinando alla rete 5G in termini di prestazioni di throughput. Qual è il significato del simbolo 5G sul telefonino? L’arrivo di questa rete è imminente! I simboli 5G corrispondono alla versione più grande della rete 4G, con velocità mai raggiunte prima. Per il momento è una rete in evoluzione.
Wired Equivalent Privacy (WEP) è il protocollo Wi-Fi sicuro più utilizzato al mondo. Questa è una funzione dell’età, della compatibilità con le versioni precedenti e compare per primo nei menu di selezione del protocollo in molti pannelli di controllo del router. WEP è stato ratificato nel settembre 1999 con tutte le normative sulla sicurezza Wi-Fi.
Le prime versioni di WEP non erano particolarmente robuste, anche al momento del loro rilascio, perché le restrizioni statunitensi sull’esportazione di varie tecnologie crittografiche richiedevano solo la crittografia a 64 bit.
Quando le restrizioni sono state revocate, è stato aumentato a 128 bit. Nonostante l’introduzione del WEP a 256 bit, 128 bit rimane una delle implementazioni più comuni. Wi-Fi Protected Access (WPA) è uno standard di sicurezza per gli utenti di dispositivi informatici con connessioni Internet wireless. WPA è stato sviluppato da Wi-Fi Alliance per fornire una crittografia dei dati più sofisticata e una migliore autenticazione dell’utente rispetto a Wired Equivalent Privacy (WEP), lo standard di sicurezza Wi-Fi originale.
Il nuovo standard, ratificato da IEEE nel 2004 come 802.11i, è stato progettato per essere compatibile con WEP. I professionisti della sicurezza di rete sono stati in grado di supportare WPA su molti dispositivi WEP con un semplice aggiornamento del firmware. WPA è stato ufficialmente sostituito nel 2006 da WPA2.
Uno dei cambiamenti più importanti tra WPA e WPA2 è l’uso obbligatorio di algoritmi AES e l’introduzione del protocollo CCMP in sostituzione di TKIP. Tuttavia, TKIP è ancora conservato in WPA2 come sistema di backup e interoperabile con WPA.
Attualmente, la principale vulnerabilità di sicurezza del sistema WPA2 è oscura e richiede che l’attaccante abbia già accesso alla rete Wi-Fi sicura per ottenere l’accesso a determinate chiavi e quindi perpetrare un attacco contro altri dispositivi sulla rete. Pertanto, le implicazioni sulla sicurezza delle vulnerabilità note di WPA2 sono limitate quasi interamente alle reti di livello aziendale e meritano poca o nessuna considerazione pratica quando si parla di sicurezza della rete domestica.
Per alcuni gli elenchi dei disturbi delle onde elettromagnetiche sono infiniti. Per altri, queste stesse onde sono troppo deboli per avere un impatto sulla nostra salute. Sebbene possa essere saggio prendere in considerazione alcune misure per ridurne l’esposizione, in particolare quella dei bambini, nessuno studio ha finora dimostrato che il Wi-Fi sia dannoso per il corpo.
Nel 2013, l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e sanitaria sul lavoro ha pubblicato un rapporto che dimostra che è stato stabilito il collegamento tra alcuni sintomi e il Wi-Fi. Il possibile aumento del rischio di tumore cerebrale è ancora da rilevare, ma riguarderebbe solo gli utenti di telefoni cellulari ad alto dosaggio.
Tuttavia, e anche se l’Agenzia europea dell’ambiente e il Parlamento europeo, sostenuti da molti medici in tutto il mondo, hanno dichiarato il Wi-Fi sicuro, nel 2011 il Consiglio d’Europa ha chiaramente raccomandato di abbandonare Wi-Fi nelle scuole.
La questione dell’ipersensibilità: una vera malattia? A causa dell’ubiquità delle onde nella nostra vita quotidiana, alcuni individui sembrano sviluppare sensibilità elettromagnetica, un fenomeno altrimenti noto come “intolleranza ambientale idiopatica attribuita ai campi elettromagnetici”.
Questa ipersensibilità può manifestarsi in diversi modi, i seguenti sintomi sono tuttavia i più comuni: affaticamento, mal di testa, difficoltà di concentrazione, tinnito, vertigini. A seconda del Paese, questa ipersensibilità è talvolta considerata un vero handicap, giudicato correlato a una malattia psicosomatica o mentale.
Il router si può infettare come qualsiasi altra apparecchiatura informatica. Le minacce possibili sono parecchie, ma come si fa ad accorgersene? Innanzitutto la pratica degli hacker per colpire i router sfrutta una vulnerabilità dei server DNS che permette di pilotare il navigatore verso pagine non gradite senza fare nulla.
In pratica si aprono pagine Web improvvisamente, pubblicità strane, pop up indesiderati. I DNS sono i server usati per tradurre gli indirizzi IP e vengono manipolati dagli hacker in maniera che compaiano annunci pubblicitari mentre si naviga. Il primo sintomo per verificare che il router sia stato attaccato dagli hacker è la comparsa di queste pagine, generalmente pubblicitarie e spesso pornografiche.
Bisogna osservare il comportamento del browser per navigare su internet e rendersi conto che il proprio router è stato infettato da qualche virus.
Naturalmente anche il comportamento anomalo di programmi e applicazioni usati nel computer è indice che c’è qualcosa che non va. I virus più pericolosi sono capaci di aprire le porte del router, in modo di controllare in remoto il computer. L’unico metodo per capire che non siano state modificate le impostazioni di sicurezza del router è entrare nei settaggi e controllare che tutto sia rimasto come è stato impostato.
Asus, Synology, Netgear, Portal, Linksys, TP-Link, D-Link… Il mondo del networking è popolato da una grande quantità di aziende che producono router Wi-Fi. La scelta deve cadere sulle caratteristiche principali, infatti bisognerebbe leggere attentamente le specifiche di ogni modello per poter fare una scelta ponderata.
Ovviamente anche il nome ha la sua importanza, perché è indice di garanzia e affidabilità. Tuttavia ogni modello è diverso dall’altro e presenta caratteristiche tecnologiche individuali. Non bisogna affidarsi esclusivamente ad un nome famoso per essere certi di ricevere un prodotto di buona qualità. A volte aziende minori o uscite sul mercato recentemente e dunque con prezzi più competitivi, realizzano ottimi router da tutti i punti di vista.
A parte quei pochi detrattori sostengono che le onde elettromagnetiche dei router facciano male alla salute, non vi sono rischi nell’utilizzo di questo tipo di apparecchi. Naturalmente si tratta di oggetti elettrici, dunque è bene posizionarli in una zona dove i bambini non possano arrivare e dove sia praticamente impossibile inciamparci.
I router Wi-Fi non richiedono alcun tipo di manutenzione, eccetto una spolverata ogni tanto e l’aggiornamento al firmware quando la compagnia telefonica lo offre. Dal punto di vista fisico non devono essere colpiti o gettati per terra, come qualunque altro elettrodomestico.